Lead Generation Funnel Squadd

Come costruire un Lead Generation Funnel efficace nel tempo

March 01, 202521 min read

Come costruire un lead generation funnel efficace nel tempo

Introduzione

Immagina di aver attirato l’attenzione di un potenziale cliente – magari ha letto un tuo articolo, cliccato su una tua ads, scaricato un tuo ebook – ma poi quel contatto si perde senza mai diventare un cliente. Succede più spesso di quanto pensi: ben il 79% dei lead di marketing non si trasforma mai in una vendita, spesso proprio per mancanza di un adeguato follow-up e lead nurturing.

Ignorare questi lead significa perdere opportunità preziose e aver sprecato gli sforzi investiti per generarli. Ed ecco perché in questo articolo andiamo a vedere come costruire e mantenere un funnel di lead generation che perduri nel tempo.

Cos'è un funnel di lead generation?

Per evitare che i contatti interessati vadano persi, occorre guidarli attraverso un percorso strutturato che li accompagni fino all’acquisto. Questo percorso è il lead generation funnel: un percorso a più step che trasforma gradualmente gli estranei in lead qualificati e poi in clienti fedeli. In altre parole, è l’insieme di tutti i punti di contatto e le micro-interazioni che un potenziale cliente ha con il tuo brand – dalla prima esposizione a un annuncio o post, fino alla chiamata commerciale e all’acquisto, e per tutto il ciclo di vita del cliente.

In realtà, ogni azienda ha un funnel di acquisizione, che ne sia consapevole o meno. Anche il banale "alzare la serranda la mattina è di per se il primo step di un funnel di acquisizione.

La differenza tra un'azienda di successo e un'azienda "alla carlona" sta nel progettare consapevolmente questo processo per renderlo efficace e replicabile.

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Perché un funnel efficace è fondamentale?

La maggior parte dei nuovi lead non acquisterà subito.

Secondo i dati, il 3% dei lead è pronto ad acquistare al primo contatto avuto con la tua azienda. Se non vengono seguiti correttamente, semplicemente si dimenticheranno di te. Senza un funnel strutturato, chiudere nuovi affari diventa un’impresa ardua – senza abbastanza lead qualificati che entrano nella tua pipeline di vendita, raggiungere gli obiettivi di revenue è quasi impossibile.

I numeri lo confermano: le aziende che eccellono nel coltivare i propri lead generano fino al 50% di lead “pronti all’acquisto” in più, riducendo al contempo del 33% il costo per lead​.

Inoltre, i lead seguiti con cura tendono anche a spendere di più: secondo uno studio, i clienti derivati da lead ben nutriti effettuano acquisti di valore 47% superiore rispetto a quelli non "coltivati".

In sostanza, un funnel efficace ti permette di massimizzare il valore di ogni visitatore che raggiunge il tuo business​, ed ottenere tanto budget in più da reinvestire in attività.

Per esempio, ottimizzando anche piccole inefficienze (“perdite”) nel funnel – come migliorare il tasso di conversione di una landing page dal 5 al 10% – ti permette di raddoppiare all'istante il fatturato derivato da quel funnel.

Al contrario, tanti sforzi di marketing per portare traffico sono vani se quel traffico non converte. Come sottolinea la consulente di funnel Alisha Conlin-Hurd in un recente podcast di Social Media Examiner, “Se non sei in grado di convertire il traffico che arriva, non puoi scalare”.

Ecco perché costruire un funnel di lead generation solido è fondamentale per ottenere risultati concreti e scalabili: ti consente di convertire di più senza necessariamente attirare più visitatori, ottimizzando ogni fase della relazione con il cliente.

In questo articolo vedremo come costruire un lead generation funnel passo dopo passo, esplorando le strategie migliori per attirare traffico qualificato, convertire i visitatori in lead, nutrire i lead fino a convertirli in clienti, e infine come fidelizzarli nel lungo periodo. Scopriremo tattiche comprovate – supportate da dati, studi scientifici e anche video di esperti – per migliorare il tuo funnel ad ogni stadio.

Se vuoi mettere subito in pratica queste strategie in modo semplice, puoi provare gratuitamente Squadd e costruire il tuo primo funnel di vendita in tempo zero (o quasi).Squadd è una piattaforma di marketing italiana all-in-one che ti aiuta a gestire e automatizzare ogni fase del funnel, dai primi contatti fino alla conversione in cliente e oltre.

Fase 1: Attirare traffico qualificato (Top of Funnel, o TOFU)

Il primo step del funnel, o "imbuto", è popolare la parte alta con potenziali clienti interessati.

Ciò significa attirare traffico qualificato verso i tuoi contenuti e le tue pagine: persone realmente in linea con il tuo target, non semplici visitatori casuali.

Uno dei metodi più lenti, ma sostenibili nel lungo periodo per generare traffico è il content marketing combinato con la SEO. Creare contenuti utili e ottimizzati per i motori di ricerca permette di intercettare la domanda degli utenti proprio mentre cercano soluzioni: la ricerca organica è infatti il canale che genera in media la quota maggiore del traffico web (circa il 51% del totale)​.

L’importante è produrre contenuti di qualità centrati sugli interessi e i problemi del tuo pubblico. Possono essere articoli informativi sul blog, guide pratiche, video tutorial o infografiche – l’essenziale è che offrano valore concreto. Assicurati di svolgere una ricerca delle parole chiave pertinenti (i termini che i tuoi potenziali clienti usano davvero nelle ricerche) e di utilizzarle nei punti strategici della pagina, come il titolo, i sottotitoli principali e secondari, nel testo e nei tag delle immagini..

Oltre ai contenuti sul tuo sito, puoi sfruttare i canali esterni per portare traffico. I social media, ad esempio, sono ottimi per condividere i tuoi contenuti e farti scoprire da nuovi utenti. Partecipa attivamente alle community online (forum, gruppi Facebook/LinkedIn, community di settore) frequentate dal tuo pubblico target, condividendo risorse utili in modo genuino: lo stesso Google consiglia di “far sapere alle persone del tuo sito” nelle comunità di interessi affini​.

Questi sono metodi gratuiti ma lenti, che vanno coltivati nel tempo ma che rendono semi-obbligatorio nel breve periodo l’advertising.

L'advertising ti permette di testare un'offerta in tempo zero, spendendo soldi ma risparmiando tempo : campagne pay-per-click su Google per parole chiave specifiche del tuo settore, o campagne social rivolte a segmenti demografici e di interesse affini al tuo cliente ideale, possono portare sul sito visitatori altamente qualificati.

Andremo a fare lezioni specifiche sull'advertising, ma non qui.

Una combinazione di strategie lente e strategie veloci è il modo migliore per la massima copertura nel corso del tempo. L’importante è che il messaggio sia coerente e calibrato sul pubblico di riferimento in ogni canale.

Fase 2: Convertire i visitatori in lead (Middle of Funnel, o MOFU)

Una volta che hai attirato utenti sul tuo sito o sulle tue landing page, il passo successivo è trasformarli in lead, ovvero ottenere i loro dati di contatto (email, nome, telefono…) con il loro consenso. Per convincere un visitatore a lasciarti i suoi dati, devi offrirgli qualcosa di valore in cambio – il classico lead magnet. Questo "lead magnet" dipende dal tuo modello aziendale.

Può trattarsi per esempio di un ebook gratuito ricco di informazioni utili, dell’accesso a un webinar o a una demo, di un codice sconto esclusivo per una pizza particolare, ecc.

L’importante è che sia percepito come rilevante e utile dal tuo pubblico target, in linea con il problema che lo ha portato sul tuo sito.

La reazione che devi scatenare nella persona è "Ma se ottengo un prodotto di valore gratis o quasi, cosa otterrò pagando?"

Prepara landing page dedicate per ciascun lead magnet o offerta, ottimizzate per la conversione. Una buona landing page presenta alcuni elementi chiave:

  • Titolo chiaro e convincente, o Headline, che comunica subito il beneficio principale (es: “Scarica la guida gratuita per raddoppiare le tue vendite in 30 giorni”).

  • Descrizione breve che spiega cosa otterrà l’utente e come quell’offerta risolve un suo problema concreto.

  • Immagine o grafica rappresentativa (es: copertina dell’ebook, screenshot del webinar, ecc.) che renda visivamente attraente l’offerta.

  • Form di contatto semplice che richiede solo i dati essenziali (meno campi = meno attrito = più conversioni). Spesso nome e email sono sufficienti come primo step.

  • Call-to-action (CTA) ben visibile – un pulsante con testo chiaro e orientato al beneficio, ad esempio “Scarica ora l’ebook”. Deve spiccare graficamente nella pagina.

  • Eventuali elementi di fiducia a supporto, come loghi di clienti noti, certificazioni, o una breve testimonianza positiva, per rassicurare sull’affidabilità della tua offerta.

Riduci al minimo gli attriti: se il form è troppo lungo o l’offerta poco chiara, molti abbandoneranno la pagina prima di convertire. Anche la velocità di caricamento conta: oltre la metà degli utenti mobile abbandona un sito se la pagina impiega più di 1.5 secondi a caricarsi​, quindi assicurati che la tua landing sia tecnicamente ottimizzata (immagini leggere, codice pulito, hosting performante).

Inserisci elementi di trust dove possibile: ad esempio, specifica che il download è gratuito e senza spam, mostra eventualmente badge di sicurezza (per dare tranquillità sul trattamento dei dati) e soprattutto evidenzia l’esperienza di altri utenti.

A tal proposito, aggiungere anche solo tre brevi testimonial di clienti in una landing page ha portato a un aumento dei tassi di conversione del 34% in un test riportato da Boas​t – segno di quanto le prove sociali possano incidere sulla fiducia di chi sta valutando se lasciarti i propri dati.

Lo scopo di questa fase è ottenere il contatto, non guadagnare subito.

A molti imprenditori italiani suonerà strano dover pagare per acquisire un cliente, ma oggi è così.

Non avere fretta di chiedere troppo: prima “acquisisci” il lead con un’offerta di valore, poi potrai coltivarlo nelle fasi successive.

Tieni presente che molti visitatori potrebbero non essere pronti a lasciare subito i loro dati o potrebbero distrarsi: per questi casi è utile prevedere meccanismi di recupero come il retargeting – ad esempio mostrando annunci su Facebook o Google agli utenti che hanno visitato la tua pagina di offerta senza compilare il form, ricordando loro la possibilità di scaricare quel contenuto. Inoltre, considera che non tutti i lead raccolti saranno immediatamente caldi: anzi, circa il 50% dei lead generati è qualificato ma non ancora pronto per acquistare​.

Ciò significa che dovrai essere pronto a nutrirli nelle fasi successive per far maturare il loro interesse e accompagnarli verso la decisione di acquisto.

Per semplificare questo step cruciale, Squadd ti mette a disposizione strumenti integrati per creare form di contatto e landing page efficaci. Puoi progettare moduli personalizzati e pagine di acquisizione direttamente nella piattaforma, e ogni lead raccolto viene automaticamente registrato nel CRM – pronto per essere segmentato e inserito in campagne di nurturing senza dispersioni.

Prova SquaddCRM gratuitamente e ottimizza subito il tuo tasso di conversione da visitatore a lead!

Fase 3: Nutrire i lead e costruire relazioni (Lead Nurturing)

Non tutti i lead che acquisisci saranno pronti all’acquisto immediatamente. Anzi, come visto sopra, una buona percentuale dei nuovi lead inizialmente non è ancora pronta a comprare​ - si parla del 97% in media.

Ecco perché la fase di lead nurturing è cruciale: consiste nel mantenere il contatto con i lead nel tempo, fornendo loro informazioni e interazioni di valore, con l’obiettivo di aumentare gradualmente il loro interesse e la fiducia verso la tua offerta, fino a renderli “maturi” per una proposta commerciale. In pratica significa educare, informare e instaurare un rapporto con il potenziale cliente nelle settimane (o mesi) successive al primo contatto, anziché lasciarlo “raffreddare” e dimenticarsi di te.

Lo strumento principale per il nurturing è solitamente l’email marketing. L’email rimane il canale re dei follow-up (utilizzato nel 78% dei programmi di nurturing B2B)​, perché consente di raggiungere direttamente il lead in modo scalabile.

Puoi impostare una serie di email automatizzate (drip campaign) che vengono inviate a cadenza prestabilita ai nuovi lead: ad esempio, il giorno dopo l’iscrizione invii un’email di benvenuto con un ringraziamento e magari un contenuto di base utile; pochi giorni dopo invii un case study che mostra risultati ottenuti con il tuo prodotto; la settimana seguente un invito a un webinar o un video tutorial; e così via. L’idea è di continuare a fornire valore – non solo messaggi commerciali – affinché il lead conosca sempre meglio la tua azienda e percepisca la tua autorevolezza .

I numeri confermano l’efficacia di queste comunicazioni mirate: le email di lead nurturing ottengono tassi di risposta 4-10 volte superiori rispetto alle classiche email “blast” inviate a tutta la lista contatti di ignoranza. .

Oggi il nurturing davvero efficace è spesso multi-canale: oltre alle email, puoi utilizzare contenuti personalizzati sul sito (ad esempio mostrando articoli pertinenti quando il lead ritorna sul tuo blog), campagne di remarketing sui social, e anche messaggi diretti su altri canali.

Se hai il consenso, strumenti come gli SMS o WhatsApp automatici di Squadd possono veicolare messaggi brevi e immediati (es. promemoria per un evento imminente o un’offerta speciale riservata ai lead iscritti). I social network, dal canto loro, possono servire per fare retargeting – ad esempio mostrando su Facebook o LinkedIn annunci mirati esclusivamente ai tuoi lead già acquisiti, magari promuovendo un contenuto avanzato o una demo. L’importante è coordinare i messaggi su tutti i canali affinché si rinforzino a vicenda e non risultino duplicati o, peggio, in contrasto tra loro.

Un altro aspetto chiave è la tempestività e la personalizzazione del follow-up. Ad esempio, se un lead compie un’azione rilevante (come scaricare un secondo ebook o richiedere una demo), vale la pena che il tuo team commerciale lo sappia per poter intervenire al momento giusto con un contatto più diretto.

Studi mostrano che il 35-50% delle vendite va all’azienda che risponde per prima alle richieste dei lead​

Ciò significa che se un lead manifesta un interesse concreto (per esempio compilando un form di contatto commerciale sul tuo sito), è fondamentale che venga contattato da un venditore in tempi rapidi – idealmente entro pochi secondi, quando l’interesse è al picco – prima che si dimentichi di te.

Puoi implementare sistemi di lead scoring per assegnare un punteggio ai lead in base alle loro azioni e al loro profilo, così da identificare quelli più caldi da passare subito al reparto vendite. Nel frattempo, per i lead ancora tiepidi, continui con il nurturing finché non interagiscono con una tua CTA chiave (es. “Prenota una consulenza gratuita”), segno che sono pronti al passo successivo.

L’obiettivo di questa fase è costruire una relazione di fiducia con il potenziale cliente. Man mano che fornisci consigli, contenuti e prove tangibili (es. testimonianze, recensioni, dati) il lead percepisce sempre più chiaramente il valore della tua soluzione. Quando il lead nurturing è fatto bene, i prospect che arrivano al reparto vendite sono molto più qualificati e ricettivi. Un dato illuminante: i lead ben nutriti effettuano acquisti con un valore medio del 47% superiore rispetto a quelli non seguiti​. In altre parole, investire tempo nel coltivare la relazione può ripagare con clienti dal valore molto maggiore in seguito.

CTA: Gestire manualmente tutte queste comunicazioni può diventare oneroso.

Squadd ti semplifica il lavoro permettendoti di automatizzare il lead nurturing su più canali: puoi creare campagne email drip, impostare follow-up personalizzati in base alle azioni del lead e persino inviare messaggi WhatsApp automatici al momento giusto. Ogni interazione (aperture, clic, risposte) viene tracciata nel CRM, così avrai sempre il polso di come procede il rapporto con ciascun lead e potrai intervenire tempestivamente.

Prova Squadd e scopri come mantenere i tuoi lead coinvolti fino al momento della decisione d’acquisto!

Fase 4: Convertire i lead in clienti (Bottom of Funnel, o BOFU)

Siamo arrivati al fondo del funnel: il momento in cui il lead decide se diventare effettivamente un cliente.

Se le fasi precedenti sono state svolte bene, a questo punto dovresti avere lead ben profilati, interessati e fiduciosi – in breve, lead qualificati.

Ora si tratta di fare l’ultimo miglio per trasformarli in clienti paganti.

È qui che tipicamente entra in gioco in modo più diretto il team vendite, anche se idealmente il reparto sales è già coinvolto sui lead più caldi identificati nella fase 3. Diverse tattiche possono aiutarti a chiudere la vendita:

  • Demo e consulenza personalizzata: Offri al lead la possibilità di una demo one-to-one del tuo prodotto o di una call di consulenza gratuita. Questo permette al lead di vedere concretamente la tua soluzione in azione e di rivolgere domande specifiche sui propri bisogni. Ad esempio, nel caso di un software SaaS, una demo live guidata o un periodo di trial gratuito possono dare al prospect quella spinta in più verso la conversione.

  • Offerte a tempo o bonus di chiusura: Per spingere all’azione i lead esitanti, puoi proporre un incentivo limited time. Ad esempio, uno sconto esclusivo valido entro fine mese, l’estensione gratuita di una feature premium per i primi 6 mesi, oppure un bonus aggiuntivo (come un servizio di setup gratuito). Attenzione a non usare tattiche troppo aggressive o a svalutare eccessivamente il tuo prodotto – l’offerta deve essere credibile e portare un reale valore aggiunto al cliente, altrimenti rischia di sembrare uno stratagemma commerciale.

  • Rassicurazioni finali: Anche in questa fase, continua a fornire prove della validità della tua offerta. Metti in evidenza case study di clienti soddisfatti, testimonial entusiasti o recensioni ottenute, se possibile specifiche al segmento di quel lead. Se ci sono garanzie (es. soddisfatti o rimborsati 30 giorni, nessun vincolo contrattuale, cancellazione facile, ecc.), ricordale: riducono il rischio percepito e rimuovono ostacoli all’acquisto.

  • Follow-up proattivo e personalizzato: È fondamentale non perdere il momentum proprio in dirittura d’arrivo. Se un lead manifesta segnali di forte interesse (ad es. richiede un preventivo dettagliato), assicurati di seguirlo da vicino. Come detto, la velocità di risposta può essere decisiva – contattare subito il lead e rispondere ai suoi ultimi dubbi aumenta drasticamente le probabilità di chiusura​. Molti venditori commettono l’errore di arrendersi dopo uno o due tentativi di contatto; in realtà, la maggior parte delle vendite richiede 5 o più interazioni per essere finalizzata. Pianifica dunque una serie di touchpoint (email personali, chiamate, messaggi LinkedIn, ecc.) se il lead non dà risposta immediata, sempre con tatto e senza diventare molesto, ma dimostrando la tua disponibilità a aiutarlo nel processo decisionale.

  • Allineamento marketing-vendite: Assicurati che tutte le informazioni raccolte sul lead durante il funnel (interessi manifestati, contenuti scaricati, note dei commerciali nelle chiamate precedenti) siano facilmente accessibili a chi sta conducendo la trattativa finale. In questo modo l’approccio potrà essere davvero personalizzato e contestualizzato, evitando ad esempio di far ripetere al lead esigenze già comunicate in precedenza. Un buon CRM risulta fondamentale in questa fase per avere la visibilità su tutto lo storico e non “bruciare” la relazione proprio sul traguardo.

Durante la chiusura, è importante anche saper gestire le obiezioni finali del lead. Potrebbero riguardare il prezzo (“il costo è oltre il mio budget”), la compatibilità (“non sono sicuro che si integri con i nostri sistemi attuali”), la tempistica (“dobbiamo posticipare l’investimento”) o altri dubbi.

È utile preparare in anticipo risposte e materiali mirati: ad esempio, di fronte all’obiezione sul prezzo si può evidenziare il ROI e il valore a lungo termine (magari con calcoli o grafici), oppure offrire un piano di pagamento rateale; per dubbi tecnici si possono fornire schede di integrazione o organizzare un incontro tra il team tecnico e il lead; se il lead deve convincere altri stakeholder interni, puoi fornirgli un documento riassuntivo dei vantaggi (una sorta di mini business case) che lo aiuti a “vendere” la soluzione internamente.

Dimostrare flessibilità e supporto nel superare questi ultimi ostacoli può fare la differenza tra un lead perso e un cliente acquisito.

La fase finale del funnel culmina con la conversione del lead in cliente – la firma di un contratto, l’attivazione di un abbonamento, l’ordine confermato. Se hai guidato bene il lead fino a qui, la chiusura dovrebbe risultare quasi naturale, la logica conclusione di un percorso ben costruito. Ricorda però che il funnel non termina qui: subito dopo la vendita inizia la fase di onboarding e fidelizzazione, di cui parleremo a breve, per assicurare la soddisfazione del cliente e aprire nuove opportunità di crescita (upsell, referral) nel lungo periodo.

Dopo la conversione: Fidelizzazione e ottimizzazione continua (Back-end)

La conclusione di una vendita non coincide con la fine del lavoro – anzi, l’attenzione al cliente appena acquisito è ciò che trasforma un singolo affare in una relazione proficua di lungo termine.

Oggi, con l'aumento vertiginoso dei costi pubblicitari, la fase di backend e rimonetizzazione del cliente è più fondamentale di quanto non lo sia mai stata.

Dopo aver acquisito un nuovo cliente, la priorità diventa fidelizzarlo e massimizzare il suo valore nel tempo. Un cliente soddisfatto non solo continuerà ad acquistare, ma diventerà anche un promotore spontaneo del tuo brand presso altri (innescando così nuovi lead attraverso il passaparola). Al contrario, un cliente trascurato potrebbe abbandonare il tuo prodotto/servizio e vanificare tutti gli sforzi fatti per conquistarlo.

Subito dopo la vendita, assicurati di offrire un onboarding eccellente: aiuta il nuovo cliente a utilizzare al meglio ciò che ha acquistato, fornendo formazione, risorse e supporto dedicato nelle prime fasi. Ad esempio, potresti programmare una call di benvenuto per configurare insieme il prodotto, inviare una serie di email di onboarding con consigli e best practice, o mettere a disposizione un referente del customer success team per rispondere rapidamente a qualsiasi dubbio iniziale. Questo fa sentire il cliente seguito e gli permette di ottenere risultati concreti più rapidamente, aumentando la sua soddisfazione.

In parallelo, inizia a pensare a come accrescere il valore della relazione nel tempo. Secondo le statistiche, la probabilità di vendere a un cliente esistente (60-70%) è enormemente più alta rispetto a quella di vendere a un nuovo prospect (5-20%)​. È logico dunque concentrarsi sul mantenere e far crescere i clienti acquisiti: l’ultima fase del funnel – definita anche fase di “ascensione” – mira proprio a massimizzare il valore nel ciclo di vita del cliente. Come? Fornendo un servizio eccellente, favorendo acquisti ripetuti e incrementali, e incoraggiando eventuali upsell e cross-sell.

Ad esempio, una volta che il cliente ha apprezzato il tuo prodotto base, potresti proporgli un upgrade a un piano superiore, oppure servizi aggiuntivi complementari a ciò che ha già. L’importante è che queste offerte aggiuntive siano rilevanti e portino un beneficio tangibile: così il cliente percepirà che stai continuando a lavorare per il suo successo, non solo per vendere di più.

Non dimenticare di chiedere feedback e alimentare il passaparola. Dopo che il cliente ha ottenuto valore dal tuo prodotto, chiedigli una recensione o una testimonianza – queste potranno arricchire i tuoi materiali di marketing nelle fasi iniziali del funnel per altri lead. Puoi anche implementare un programma di referral che ricompensi i clienti attuali per ogni nuovo cliente presentato (es. un mese gratuito di servizio per ogni nuovo abbonato portato). I clienti soddisfatti e fidelizzati sono infatti un asset preziosissimo: non solo generano revenue ricorrente, ma diventano essi stessi generatori di nuovi lead con un elevato grado di fiducia iniziale.

Infine, l’ottimizzazione continua. Un funnel efficace oggi potrebbe non esserlo più domani: vanno monitorate le performance di ogni fase e apportati miglioramenti costanti nel tempo.

Analizza le metriche chiave attraverso tutto il funnel:

quanti utenti passano da una fase all’altra? Dove si registra il maggior tasso di abbandono?

Qual è il costo per lead acquisito e per cliente acquisito?

Quali fonti di traffico producono i lead più profittevoli?

Utilizza questi dati per individuare i colli di bottiglia e le aree con margini di miglioramento.

Ad esempio, se noti che moltissimi visitatori arrivano sul sito ma pochissimi compilano il form (TOFU forte, MOFU debole), forse l’offerta non è abbastanza allettante o il form è troppo lungo: potresti testare un lead magnet diverso o semplificare i campi richiesti. Se invece raccogli tanti lead ma pochi diventano opportunity per le vendite, potrebbe essere necessario rivedere la qualità dei lead acquisiti (forse stai attirando un pubblico non abbastanza in target) oppure migliorare le comunicazioni di nurturing per qualificare meglio i lead. E se tanti lead “caldi” poi non chiudono, analizza i motivi: feedback diretti del team commerciale o dei prospect persi possono svelare obiezioni non affrontate a dovere, sulle quali creare nuovi contenuti o argomentazioni.

Adottare un approccio di miglioramento continuo garantirà che il tuo funnel resti efficace nel tempo e al passo con i cambiamenti del mercato e dei clienti. Considera il funnel come un “organismo vivo” da far crescere ed evolvere: i dati e i feedback sono i tuoi alleati per prendere decisioni informate su come perfezionarlo. Misura, ottimizza e sperimenta regolarmente, e vedrai i tassi di conversione migliorare progressivamente ad ogni iterazione.

Grazie alla visibilità completa che Squadd ti offre su tutto il ciclo di vita del cliente, potrai facilmente identificare dove intervenire per ottimizzare il tuo funnel. La piattaforma ti consente di tracciare ogni fase, impostare dashboard con KPI personalizzati e individuare i punti critici – dal modulo che non converte come dovrebbe, all’email di nurturing con tasso di apertura basso, fino al trend di churn dei clienti. Potrai così attuare miglioramenti mirati e misurarne l’impatto nel tempo. Con SquaddCRM hai strumenti integrati per gestire campagne di re-engagement sui clienti inattivi, raccogliere feedback post-vendita e orchestrare programmi di referral, il tutto in un unico sistema. In questo modo, costruire e mantenere un lead generation funnel efficace diventa un processo continuo basato sui dati e sull’ascolto del cliente.

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